17 FEBBRAIO 1848 - LIBERE PREDICARE

Di Giorgio Bouchard
In una fredda serata del febbraio 1848, una piccola folla si accalcava davanti a un palazzo nobiliare di Torino: nella folla c'era un intraprendente pastore valdese (Amedeo Bert) e un reduce della battaglia di Waterloo, il colonnello Charles Beckwith. Dentro il palazzo c'era Roberto d'Azeglio, fratello di Massimo: la folla applaudiva, ma Roberto non si affacciava: si era limitato a fare accendere le luci dello scalone.
Che cosa stava dietro a questa scena di straordinaria dignità? Per i valdesi, sei secoli e mezzo di persecuzioni: per il Piemonte e per l'Italia, quattro secoli di asservimento civile, politico e religioso. Ma ora, questa «serva Italia» cominciava a respirare. Cavour puntava su un'Italia liberale e religiosamente «neutra», come gli aveva insegnato il pastore Alexandre Vinet. A fianco di Cavour stavano i fratelli d'Azeglio e proprio Roberto era riuscito a convincere Carlo Alberto a firmare (il 17 febbraio) quelle Patenti Albertine che riconoscevano ai valdesi i diritti civili: una vittoria dello spirito del Risorgimento.

(Tratto da RIFORMA del 12 febbraio 2010)

 

F.lli Bandiera