Via Fratelli Bandiera
Questa strada della periferia est di Pinerolo ricorda i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, nobili veneziani nati rispettivamente nel 1810 e nel 1819 e morti nel 1844 presso Cosenza al termine di una sfortunata e velleitaria spedizione.
I due fratelli, ufficiali della marina austriaca, erano diventati seguaci delle idee mazziniane ed avevano fondato una loro società segreta (Esperia, nome che nell'antica Grecia indicava l'Italia, terra dell'occidente).
Nella primavera del 1844 era scoppiato a Cosenza un moto popolare antiborbonico rapidamente represso e seguito da un processo con condanne a morte ed esecuzione di 6 persone.
I Bandiera, ignari dell'esito del moto, disertando dalla marina austriaca, a metà giugno partirono da Corfù con meno di 20 compagni alla volta della Calabria.
Sbarcati presso Crotone, seppero della conclusione della rivolta di Cosenza, ma decisero comunque di proseguire dirigendosi nella zona della Sila.
Un membro del gruppo, di origine corsa, sparì ed andò a denunciare i compagni.
Isolati ed inseguiti dalle guardie borboniche, furono catturati presso San Giovanni in Fiore, processati dalla corte marziale di Cosenza e fucilati in nove il 25 luglio 1844.
Le salme dei fratelli Bandiera e di un terzo membro della spedizione nel 1867 furono trasportate a Venezia e sepolte nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
L'esito per molti aspetti inevitabile dell'impresa del gruppo approfondirà negli anni successivi il dibattito circa le modalità più opportune di operare per l'unificazione dell'Italia.
L'ipotesi mazziniana si dimostrò sempre più perdente, anche se Mazzini non aveva incoraggiato l'idea della spedizione, pur senza disconoscerla.


 

 

F.lli Bandiera