MASSIMO D'AZEGLIO - I MIEI RICORDI

Da: I MIEI RICORDI

I fatti del 21 sono noti, ed anzi quasi scordati oramai. Il mondo ha passato ben altre fortune da allora sino ad oggi! Pure esporrò alcune riflessioni che mi si presentano a questo proposito.
Per quanta sia la stima e l'amicizia che professo per parecchi capi di quella rivoluzione, dico francamente, che non la posso approvare né per la sostanza né per la forma.
Un popolo non si commuove se non per quello che conosce, o almeno desidera. Dunque prima d'iniziare l'azione, stabilite l'istruzione, o sappiate almeno destare la passione, il desiderio
Nel 1820 la massa era lontana dal desiderare mutazioni. La felicità che la rivoluzione portava alla Spagna non destava ancora grande invidia. Onde tutto si ridusse ad un'effervescenza isolata, sorta nel seno delle società segrete; che non s'estese, né poteva, estendersi al resto della nazione, perché erano idee delle quali ancora non capiva il sugo e che annunziavano mutazioni che non desiderava.
V'è poi un altro punto di vista importante. La forma del 21 fu d'una rivoluzione militare, che di tutte è la più brutta, la più corruttrice, la più dannosa per cattivi esempi ed interminabili conseguenze. S'io non stimo e non amo un sistema, non lo servo; se ho accettato servirlo mentre lo amavo e stimavo, e se poi a ragione o a torto mi sono mutato, lascio di servirlo. Ma violare la fede data, mai.
Anche dopo il 21 per molti anni non si seppe inventar altro per migliorare le cose nostre che società secrete, colle loro periodiche rivoluzioni, che duravano quindici giorni. Fino al 44 o 45, nessuno pensò mai a prendere per base l'opinione pubblica e farla sua.
Tutti i grandi rivolgimenti, le grandi mutazioni politiche e sociali si fanno per necessità; si fanno per un complesso di cause che nessun intelletto può né abbracciare né dominare; e mentre i pubblicisti si consumano a dare direzioni e precetti, la povera razza umana, simile ad un inferno nelle sue convulsioni, si abbandona a mille moti incomposti e stravaganti, dai quali la Provvidenza sa poi impensatamente far scaturire la sua salute, il suo rinnovamento e la sua tranquillità.
Le rivoluzioni non le facciamo noi: le fa Iddio
L'indipendenza non vale d'averla sulla lingua se non s'ha nel cuore, ed in tutto: anche nell'arte. Siamo nazione, siamo Italiani, siamo noi una volta in ogni cosa, in ogni genere, sotto ogni forma, ovvero, se non si vuol far più, gridiamo meno.