SILVIO PELLICO A PINEROLO

Sulla piazza San Donato a lato della cattedrale si affaccia un elegante edificio al quale interventi di restauro hanno restituito la bellezza dei fregi che ornano le finestre: una targa di marmo ricorda che proprio in questa casa abitò Silvio Pellico.

Verso la fine del Settecento Onorato Pellico(il cui cognome si trova indicato negli atti di archivio talvolta come Pellicò ed altre come Pelicò) si trasferì da Saluzzo a Pinerolo con la famiglia (la moglie Margherita Tornier originaria di Chambery e due figli Luigi di sei anni e Silvio di quattro).
Egli conduceva in società con Bernardo Gullino il fondaco (drogheria) che si trovava nell'edificio sotto i portici.
La sua attività commerciale è documentata: nel 1796, in occasione dei festeggiamenti per il Santo Patrono, al frate che aveva svolto le celebrazioni venne offerta la cioccolata, fornita dalla drogheria del Pellico dove venivano acquistati anche la cera e l'incenso per la chiesa.
Onorato Pellico era appassionato di letteratura e scriveva poesie, secondo l'abitudine del tempo, per celebrare episodi e fatti importanti della vita cittadina.
Fu autore di quattro sonetti, pubblicati insieme ad alcuni altri in occasione dell'ingresso in Pinerolo del vescovo Giovanni Maria Grimaldi (1797-1803).
La sua permanenza in Pinerolo fu però breve: a causa di difficoltà economiche la famiglia si trasferì nel 1799 a Torino e poi a Milano.
L'amore per gli studi letterari di Onorato certo influenzò i figli ed in particolare Silvio che nelle sue lettere rivela i suoi legami con il padre al quale si rivolge per consigli e conforto durante il lungo periodo della prigionia .
Anche il ricordo di Pinerolo, conosciuta quando era piccolo, rimase vivo in Silvio Pellico.