Via Silvio Pellico
Una via che parte da Piazza San Donato verso la zona collinare della città è intitolata a Silvio Pellico.
Egli nacque a Saluzzo il 25 giugno 1789. Il padre Onorato era un modesto commerciante che per un certo periodo si trasferì con la famiglia a Pinerolo. Silvio completò i suoi studi a Lione, ospitato da un ricco parente. Al ritorno in Italia, si stabilì a Milano dove strinse amicizia con studiosi e letterati e, dal 1812 circa, iniziò a scrivere opere soprattutto destinate alle rappresentazioni teatrali.
Nel 1815 la sua tragedia intitolata "Francesca da Rimini" venne portata in scena con un certo successo.
Nel 1816 cominciò a lavorare come precettore nella casa del Conte Luigi Porro Lambertenghi e partecipò alla pubblicazione del "Conciliatore" un giornale nel quale si manifestavano le idee liberali alle quali Silvio Pellico aderì affiliandosi alla società segreta della Carboneria.
Il 13 ottobre 1820 venne arrestato con l'accusa di carboneria e rinchiuso in carcere. Dopo molti interrogatori, il suo processo si concluse , come per tanti altri, con la condanna a morte. Questa sentenza venne commutata in quindici anni di carcere duro, da scontare nella fortezza di Spielberg (oggi in Repubblica Ceca).
Nel 1830 giunse per lui la grazia da parte dell'Imperatore.
Tornato in Italia, Pellico scelse di stabilirsi a Torino e si ritirò completamente dalla politica attiva, vivendo grazie ad un posto di bibliotecario presso la marchesa di Barolo.
Sia in carcere che successivamente continuò a scrivere tragedie e poesie; non dimenticò la lunga e dura esperienza del carcere e nel 1832 pubblicò un libro dal titolo Le mie prigioni che lo ha reso famoso.
Morì a Torino il 31 gennaio 1854.


 

 

F.lli Bandiera