GARIBALDI E L'IMPRESA VITTORIOSA DEI MILLE

Dopo lo sbarco in Sicilia, Garibaldi guidò i suoi uomini verso Salemi dove emanò un proclama con cui dichiarava di assumere la dittatura in nome di Vittorio Emanuele II: muoveva poi verso Catalafimi; sul cammino i garibaldini si scontrarono contro le truppe borboniche, comandate dal generale Francesco Landi.
Lo scontro fu vittorioso e si formarono altri gruppi di volontari che andarono a rafforzare le file dei Mille. Garibaldi si diresse verso Palermo e firmò un armistizio con i rappresentanti borbonici, a bordo di una nave inglese.
Il 19 giugno gli ultimi reparti borbonici lasciarono la città.
La spedizione dei Mille aveva raggiunto il suo primo traguardo.
In luglio Garibaldi disponeva di circa seimila uomini discretamente equipaggiati. Il 20 luglio a Milazzo, il colonnello borbonico Beneventano dal Bosco tentò di bloccare l'avanzata garibaldina senza riuscirci e così Garibaldi si preparò a risalire la penisola .
Benché Cavour tentasse di impedirglielo, Garibaldi sbarcò in Calabria il 19 agosto , prese Reggio e prosegui verso Nord, fra l'entusiasmo delle popolazioni. I reparti borbonici, mal comandati e demoralizzati, opposero debole resistenza.
Il 7 settembre 1860 Garibaldi entrò in Napoli; il re Francesco II riparò nella fortezza di Gaeta. Il crollo imprevisto del regno borbonico in Italia meridionale determinò una situazione estremamente complessa. Al Nord vi era il Regno di Sardegna, al centro restava lo stato pontificio, al sud, dopo l'intervento di Garibaldi, si era costituito uno stato il cui governo era stato assunto in nome del sovrano piemontese, ma nel quale era molto forte la presenza di democratici e repubblicani.
Nel frattempo tra Cavour e Garibaldi si era accentuata la divergenza politica: Cavour temeva che potesse realizzarsi uno stato democratico; Cavour cercò l'alleanza con la gran Bretagna e la Francia, preoccupate anch'esse per il successo dei democratici, inviò nell'Italia centrale un corpo di spedizione che invase lo Stato Pontificio, sconfisse le truppe del papa a Castelfidardo e di qui puntò su Napoli. Garibaldi, non volendo entrare in conflitto con l'esercito sabaudo, si arrese. Le Marche, l'Umbria e la Sicilia e le altre regioni del Sud votarono a larghissima maggioranza l'annessione al Regno di Sardegna.
Il 26 ottobre 1860, a Teano, presso la città di Caserta , Garibaldi concluse la sua impresa consegnando il potere a Vittorio Emanuele II.