Giulia Molino, di famiglia astigiana, nata il 22 maggio 1812, andò sposa giovanissima al pinerolese dottor Lorenzo Colombini stabilendosi a Miradolo. Restò vedova a soli vent'anni con un figlio, Camillo. Donna istruita, continuò a coltivare letteratura e poesia interessandosi anche di questioni pedagogiche. Fu autrice di numerosi scritti poetici dedicati ad esprimere i sentimenti nati dalle sue esperienze personali, idee ispirate ai valori della famiglia e della religione, ma anche riferite alle sue convinzioni politiche e sociali. Non mancò di seguire le vicende della vita pinerolese con una produzione d'occasione. S' interessò con partecipazione alle vicende risorgimentali e mantenne corrispondenza con letterati e uomini politici del suo tempo: Gioberti, Terenzio Mamiani, Pellico, Tommaseo, Brofferio, Jacopo Bernardi dimostrando l'ampiezza della sua preparazione culturale. Fu anche autrice di un romanzo storico, La castellania di Miradolo (1871) ispirato a vicende della storia di Pinerolo. Sostenitrice dell'indipendenza e della libertà, espresse con determinazione la necessità dell'educazione della donna , oggetto di una sua pubblicazione (1851) in cui forniva indicazioni precise e mirate a formare la mente delle giovani secondo un'impostazione priva di estremismi. Impegnata a dare concretezza agli ideali patriottici, appunto nell'intervento educativo e didattico, ebbe l'incarico di Ispettrice Generale delle Scuole Piemontesi sotto il Ministero di Domenico Berti e pensò a modalità riorganizzative delle stesse. Al ritorno da un soggiorno a Roma, durante il quale aveva fatto parte di una commissione di studio sui libri scolastici, si ammalò e morì il 13 agosto 1871.
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